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Il Museo Archeologico Nazionale di Venezia e l'Egitto

Il museo conserva varie sculture di mirabile fattura provenienti dall'Egitto ellenistico e romano, insieme con reperti di più chiara tradizione faraonica.

Essi giungono a Venezia grazie all'opera di ricchi collezionisti e nobil uomini di cultura, come Domenico e Giovanni Grimani, che diedero vita alle prime esposizioni pubbliche di opere d'arte antica della Repubblica, Girolamo Zulian, ambasciatore della Serenissima e colto mecenate di Antonio Canova, Girolamo Ascanio Molin, che donò una ricca collezione ancora quando Venezia era ormai parte del dominio asburgico.

Anton Maria Zanetti il Giovane, Statuario Pubblico della Serenissima. Parete d’ingresso.

I reperti esposti nelle salette dedicate alla sezione orientale ed egiziana provengono per lo più dalle vaste aree funerarie lungo il Nilo e nelle oasi: accanto a due mummie ben conservate, decorate da raffinati cartonnage, sono oggetti relativi al corredo del defunto, come alcuni vasi canopi, un papiro con parti del cosiddetto Libro delle Respirazioni, la bella stele con una scena di offerta di un defunto ad Iside e Osiride, ritratto seduto in trono e numerose statuette ushabti (statuette funerarie che avrebbero svolto nell'Aldilà i lavori agricoli al posto del defunto), di cui ne è stata ivi esposta solo una selezione degli esemplari più pregiati. 

Vi sono poi alcuni piccoli oggetti come gemme, amuleti e stele riconducibili alla sfera religiosa e magica, che permettevano, attraverso il contatto con il divino, di proteggere colui che ne entrava in contatto.

Questi oggetti, legati anche ad una quotidianità fatta di un rapporto costante con il mondo circostante e  i pericoli che poteva nascondere e gli stessi dei che aiutano a pervenire ad una vita serena, si potevano trovare sia in relazione al mondo dei vivi che deposti all'interno delle tombe.

Alcune sculture ricordano poi il contatto tra il mondo romano e l'Egitto come alcuni ritratti, che seppur scolpiti nella pietra locale (granito o basalto), ben pongono in risalto i tratti tipici dell'arte romana, come l'aderenza alla realtà, data dalla presenza delle rughe e delle pieghe del volto degli alti funzionari, dei sacerdoti e dei sovrani ritratti o come quelle opere che richiamano la presenza del culto isiaco a Roma, come una bella base di candelabro che raffigura sulle sue tre facce Iside, Anubi e Arpocrate o una scultura di Antinoo in veste di sacerdote egiziano, oggi conservato presso Palazzo Grimani a Venezia.